Senna:  la Leggenda

21.12.2024

Ayrton Senna Da Silva.

Bè che dire.

Lo conosciamo tutti.

Un uomo straordinario, buono con la gente, gentile con tutti. Oltre al pilota che ha sempre saputo di essere era semplicemente un uomo. Il migliore di tutti.

Nato a San Paolo del Brasile il 21 marzo del 1960, gli viene dato in mano per la prima volta un go kart a 4 anni, da suo padre, Milton da Silva o Miltão, come spesso veniva chiamato dal figlio, costruito da lui medesimo: un mezzo alimentato dal motore di una falciatrice, dove sulla facciata spicca il numero 007.

Beco, così veniva chiamato Ayrton dai suoi familiari e amici (originariamente "caneco", ossia tazza, ma una sua piccola cugina lo storpiava in beco è così rimase), fu' sempre attratto dai motori, da piccolo infatti fu beccato dal padre a guidare una Jeep di una delle fattorie di famiglia ma non lo rimproverò anzi ne rimase sorpreso. Non raggiungeva i pedali e cambiava la marcia a sentimento, dato che nessuno gli aveva insegnato come farlo.

Ad 8 partecipò per la prima volta ad una gara, dove i partecipanti avevano di media dai 15 ai 20 anni. Partì primo, posizione scelta da un sorteggio estratto da lui, il più piccolo tra i partecipanti. "Ero così leggero che il vantaggio di peso mi permetteva di allungare sul rettilineo, per cui ci misero un po' a prendermi e passarmi. Ero terzo a pochi giri dalla fine quando venni tamponato e finii fuori pista. Non conclusi la gara ma fu' un bel divertimento" ammette lui.

Da piccolo adorava Jim Clark ma dopo il suo incidente purtroppo fatale e data la maggiore copertura televisiva della F1 in Brasile si innamorò di un altro pilota, Emerson Fittipaldi, pilota brasiliano denominato "El Rato" che sotto la bandiera del suo paese vinse due mondiali, uno sulla Lotus nel 72, sulla meravigliosa Lotus 72 che inoltre ispirò una delle canzoni più iconiche della formula 1 brasiliana ma in generale della cultura generale dello sport, Lotus 72D, scritta da Zè Roberto, artista non molto popolare ma comunque fece successo con quella canzone meravigliosa, e nel 1974 sulla McLaren. Grazie alla vittoria del primo mondiale di Fittipaldi i brasiliani richiedettero un GP nel loro paese e così fu': nel 1973 andò in scena il primo grand premio di Interlagos e Ayrton ci andò. La folla impazzì, compreso Beco. Fu' il primo grand premio in cui andò.

La sua carriera iniziò definitivamente a dieci anni, quando per il compleanno gli fu' regalato un go kart nuovo di zecca, dotato di motore Parilla da 100 cmc. Il 1 luglio del '73 corse la sua prima gara, proprio ad Interlagos ed ovviamente la vinse. In quel periodo sui kart si trovò un mentore, Lucio Pascual Gascon, detto Tchè, ex mentore di Fittipaldi. Dopo cinque anni e numerosi mondiali nazionali e sud americani decise di fare il primo grande passo, volò in Europa, in Francia, a correre il Mondiale a Le Mans. La prima stagione finì sesto, la seconda da secondo e la terza ancora secondo. Tornò poi deluso in Brasile, incominciò l'università d'Economia ma purtroppo resistette solo tre mesi. Nell'ottanta ripartì per l'Europa, in Gran Bretagna, accompagnato da quella che fu sua moglie solo per poco, Lilian de Vasconcellos Souza. Corse così in Formula Ford, pagando la prima stagione solo diecimila sterline ovvero la metà di quelle dovute grazie al team alla quale si affidò, la Van Diemen che, fidandosi del talento di Beco, decise di investire la restante parte per farlo correre nella categoria. Vinse il titolo e tornò in Brasile, dichiarando la sua carriera finita dato che la moglie era stanca dell'Inghilterra e voleva tornare a casa. Ma Beco poteva chiuderla lì? Ovviamente no. Mise la passione per l'automobilismo al di sopra dell'amore e della sua vita personale. Non ascoltò Lilian e ritornò in Inghilterra, rovinando così il suo matrimonio che si concluse a causa di quello, per correre in Formula Ford 2000, tipi la F1 della categoria. Vinse titolo britannico ed europeo battendo il compagno di squadra, che addirittura considerava favorito dal team principal. Passò poi in Formula 3 che vinse subito e nell'84 passò in Formula 1, alla Toleman, che era un po' al livello della Haas di adesso. In quella stagione fece la gara più memorabile della sua carriera. 

L’esordio In Formula 1

A Monaco lasciò tutti di stucco, con la macchina peggiore in grid arrivò secondo ad uno dei GP più difficili del calendario e tutto questo sotto la pioggia e la cosa o peggiore o migliore è che sarebbe arrivato primo se Alain Prost, storico nemico o amico, dipende da che periodo si vede, non avesse richiesto di sospendere la gara poiché troppo pericolosa da continuare. Quell'anno chiuse il campionato da nono, ottimo risultato per un rookie e soprattutto ottimo per la vettura che portava. L'anno dopo ruppe il rapporto con la Toleman e firmò con la Lotus, con compagno di squadra Elio De Angelis. Dopo un ritiro all'esordio in Brasile, sul circuito dell'Estoril, Senna ottenne la sua prima vittoria in Formula 1, gara svolta sotto la pioggia che dimostrò nuovamente le abilità di Beco sotto la pioggia. Ma come faceva ad essere così bravo nel bagnato? Lui stesso constatava che imparare a memoria ogni singola curva o rettilineo lo aiutava dato che con la pioggia la visuale è ridotta. Senna partendo per la prima volta da pole position, vinse il gran premio con oltre un minuto di vantaggio su Michele Alboreto, doppiando tutti gli altri piloti arrivati al traguardo, dal terzo classificato in giù. In quella stagione arrivò quarto e medesima cosa nel '85. Nell'86 la Renault si stacca dalla Lotus ma Senna nonostante questo arriva terzo. Dal 1988 fino al '93 rimane nello stesso team: la McLaren. Ayrton fu protagonista di una stagione straordinaria nel 1988, dominando il campionato insieme al suo compagno di squadra Alain Prost nella McLaren MP4/4 (quell'anno segnò la nascita di una delle rivalità più iconiche dello sport). Senna conquistò la pole position in quasi tutte le gare, registrando ben 13 pole, e vinse 8 volte, tra cui nel Gran Premio di Monaco, dove, nonostante un errore che lo costrinse al ritiro, mise in evidenza la sua velocità con quell'auto e il dominio costante in qualifica. La sua vittoria decisiva arrivò nel Gran Premio del Giappone, dove, partito male, riuscì a rimontare e a vincere, assicurandosi così il suo primo titolo mondiale. A fine stagione, Senna concluse con 94 punti, vincendo il titolo grazie alla regola degli scarti (Dal 1966, per evitare che il mondiale fosse vinto dalla monoposto più affidabile, si decise di adottare la cosiddetta regola degli "scarti". Un pilota poteva totalizzare solo un certo numero di arrivi in gara e "scartare" i suoi risultati peggiori) , nonostante Prost avesse ottenuto più punti (105). 

Nel '90 Senna vinse il titolo dopo una stagione combattuta, in cui la sua rivalità con Alain Prost giocò un ruolo cruciale. Il momento decisivo fu il suo scontro con Prost al GP del Giappone, che gli consentì di conquistare il secondo titolo e nel '91 conquistò il suo terzo titolo mondiale dominando la stagione con la McLaren-Honda, vincendo 7 gare e dimostrando una grande abilità, in particolare su circuiti in teoria difficili ma non per lui come l'iconico Monaco. Nel 1994 passò alla Williams, uno dei team più promettenti di quel periodo dato le loro macchine innovative ma poi rivelatosi scomode per il pilota con abitacoli stretti che sfregiavano le mani di chi guidava la monoposto facendo non segnare punti al pilota brasiliano ( cosa diversa da Prost che l'anno prima, dopo un anno sabbatico che si prese nel 92, nel 93 con la Williams vinse il mondiale) per poi arrivare in piena stagione al GP di Imola, gara che non si sarebbe mai dovuta disputare; in quel weekend, prima della gara, ci furono due incidenti: Rubens Barrichello rimase gravemente ferito dopo una collisione, Roland Ratzenberger, che poco spesso viene ricordato, nell'incidente che lo coinvolse rimase morto e nonostante questo, la FIA, dopo le lamentele di Senna, decise lo stesso di far svolgere il GP. Addirittura, il sabato, dopo l'incidente di Roland, Beco voleva rimettere su l'associazione dei piloti ( Grand Prix Drivers' Association, GPDA) di cui, secondo Lauda e Prost, Senna sarebbe dovuto essere presidente. Il giorno dopo, la domenica, appunto, nonostante tutte le lamentele del brasiliano, il grand premio si svolse. Non fosse mai accaduto. Prima della gara la macchina di Ayrton ricevette delle modifiche finali per rinsaldare lo sterzo, parte della macchina presente dietro la testa del pilota.

Mentre la gara era in corso, dopo una safety car partita al primo giro dopo una partenza brusca che causò un incidente dove per fortuna il pilota rimase illeso, improvvisamente Beco si schiantò contro la curva del Tamburello. Avete presente lo sterno che ho menzionato prima? Si staccò e perforò il casco, e la testa.. di Senna. Il pilota fino all'ospedale di Bologna rimase instabile e una volta arrivato venne definito defunto.

Beco aveva in programma di aprire in Brasile una scuola per bambini bisognosi grazie all'aiuto della sorella, dato che le piccole donazioni anonime che faceva abitualmente non gli bastavano più, ma non poté farlo.

"I ricchi non possono vivere su un'isola circondata da un oceano di povertà. Noi respiriamo tutti la stessa aria. Bisogna dare a tutti una possibilità."

Ammise in un intervista.

Questo desiderio quindi si concretizzò lo stesso, nonostante l'incidente. Pochi mesi dopo la sua morte con la fondazione che porta il suo nome; un ente privato, fondato dalla sorella Viviane Senna.

Tutt'oggi, al di fuori della sorella, ci sono ancora un sacco di persone che portano in alto il suo nome, come Sebastian Vettel: Il tedesco ha creato un marchio, che molte volte porta anche in pista coinvolgendo tutti i piloti, chiamato #FOREVERSENNA. Ha creato un brand vero e proprio, con del merch ed eventi cosa nuova da parte del pilota che ha sempre sposato cause più umanistiche come la battaglia contro lo sterminio delle api, le donne nel motorsport e i diritti degli omosessuali, cosa che lo rende una persona speciale.

Ma non tutti riescono a portare il nome di Ayrton in alto nel modo dovuto. Netflix ha appena fatto uscire una serie intitolata Senna, che appunto parla di lui. Nessuno toglie il fatto che gli attori e gli effetti speciali siano a dei livelli eccezionali ma secondo Alain Prost la storia non è stata riportata in modo corretto ed appropriato. In un intervista di Sky, durante il weekend del GP di Abu Dhabi ammette:


Foto che ritrae Ayrton ed Alain parlare da amici, con dei sorrisi in volto, nonostante la loro rivalità.
Foto che ritrae Ayrton ed Alain parlare da amici, con dei sorrisi in volto, nonostante la loro rivalità.

"Sul rapporto tra me e Senna dopo il 1993, sui sei mesi prima del suo incidente, mi da fastidio perché non bisogna cambiare una storia quando qualcuno non c'è più", ha rivelato il pilota francese. "Sono certo che ad Ayrton non piacerebbe tutto ciò, anche perché è sintomo di poca sensibilità. E' una grande storia e non bisogna raccontare cose che non erano vere dal nulla. Se bisogna fare qualcosa di commerciale non è bello farlo sul nome di Senna. Non mi piace e non lo accetto".

Nonostante questo e grazie alle persone che lo ricordano nella maniera giusta, Beco sarà sempre nei nostri cuori, delle generazioni che l'hanno vissuto ma anche quelle che non l'hanno fatto.


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